Applausi, applausi e ancora applausi. Questa è stata l'accoglienza all'incontro con il pubblico del visionario e grandissimo Spike Jonze ieri in Sala Petrassi.
Il regista che ha conquistato Roma con il suo bellissimo Her ha parlato al suo pubblico del suo linguaggio cinematografico e non di come riesce a mescolare diverse forme, passando dai film ai video musicali. Lo stesso concetto che si è potuto apprezzare con la sua ultima pellicola in concorso dove il regista si è concentrato sul rapporto di oggi con la tecnologia e la solitudine che si instaura dentro di noi.
"Anche sul set si è molto soli - ha detto Jonze - e il personaggio di Joaquin Phoenix era davvero solo in scena e sul set eravamo massimo 7 persone. Ho sempre chiesto ai miei attori di mutare, di scomparire dietro ai personaggi e alle storie. Nel mio film cerco di parlare di questa emotività, disponibilità nell'aprirsi mostrando al contempo l'interiorità. A Joaquin in particolar modo ho chiesto di mostrarsi attraverso i baffi, il trucco, i vestiti. E alla fine è rimasto sorpreso: era convinto di fare un film sul futuro!"
Non è mancato il momento in cui si è anche parlato di musica e della sua carriera come regista di video musicali come quelli dei Fatboy Slim o Daft Punk.
"Io faccio parte della prima generazione che è cresciuta con le proprie videocamere e ha imparato giocandoci. Sono cresciuto senza mai fare una distinzione tra le varie tipologie di video e questa cosa mi è rimasta. Ai tempi molti registi di video musicali avevano una brutta reputazione a causa del montaggio veloce, ma quando ho iniziato a fare cinema per me la cosa principale erano gli attori e i personaggi che dovevano intepretare e creare attraverso la recitazione".
Impossibile a questo punto non chiedere della sua collaborazione storica con gli Arcade Fire e di come abbiano composto la colonna sonora di Her.
"Quando nascevano le prime idee per Her ho immediatamente pensato a loro. Stavano creando il loro disco e io il mio film: ci siamo influenzati a vicenda".
Un'altra clip mostrata all'incontro è quella tratta da "Il ladro di Orchidee" dove il regista non si è potuto esentare, parlando appunto di attori, dal elogiare Meryl Streep e Chris Cooper.
"Artisti come questi due hanno una grande voglia di esplorare, di giocare e di evocare qualcosa che risiede nelle loro origini. Tutto quello che vediamo noi con gli occhi di adesso, per i bambini hanno tutto un altro significato. Non hanno dei preconcetti ed è così divertente vederli che cercano di capire come funzionano le cose. Prendiamo per esempio Her. Samantha non si sa da dove venga e si ritrova come se fosse nel mondo dei bambini, è senza esperienze, ma grazie alla sua rapidità di pensiero, impara ed è stato interessante accompagnarla in questo percorso di crescita".
Sara Prian